venerdì 4 gennaio 2013

DIVENTI QUELLO CHE PENSI CHE TU LO VOGLIA O NO






"IMMAGINATEVI A 90 ANNI FELICI COME NON MAI MENTRE STATE FACENDO COSE STRAORDINARIE...SE INIZI A PENSARE COSI' ASSUMI UN PUNTO DI VISTA ASSOLUTAMENTE POTENZIANTE"
Fabio Marchesi

Pillole dal Video:
"Diventi quello che pensi, che tu lo voglia o no.
Sono cresciuto in orfanotrofio ma ho sempre avuto la capacità di avere punto di vista positivo verso quello che mi accadeva.
Ero il bambino più ricco dell'orfanotrofio. Io cercavo  le opportunità, quelle ci sono sempre basta saperle riconoscere...Ho 67 anni e non sono mai stato disoccupato e non certo perchè la mia situazione economica era buona ma ho sempre pensato in questa maniere:se cambi modo di pensare puoi ottenere quello che vuoi dalla vita è un concetto semplice e il fatto è che ho sempre messo in pratica quello che dico
Nella contemplazione di ciò che desideri crei ciò che vuoi...I fratelli Writh quando sono riusciti a volare non pensavano a quello che rimaneva sul suolo e della loro capacità di rimanere a terra.
Era necessario che contemplassero la possibilità di alzarsi da terra...la possibilità c'è sempre stata ma nessuno fino ad allora l'aveva contemplata.
Bisogna contemplare la possibilità di fare le cose...
La mia missione è insegnare agli altri come avere fiducia in se stessi sono convinto che sia per questo che sono nato in un orfanotrofio.
Wayne W. Dyer ha scritto le vostre zone erronee 







mercoledì 2 gennaio 2013

FINO AL TRAGUARDO A QUALUNQUE COSTO STORIA DI DEREK REDMOND


CHE COS'E' IL SUCCESSO?
"QUELLA GARA MI HA TOLTO TANTO, MA MI HA DATO DI PIU'"



FINO AL TRAGUARDO

Una storia bella e maledetta di quelle che solo le Olimpiadi possono regalare. Una storia che reclama di essere raccontata per ribadire come spesso nello sport le emozioni non corrispondano al numero di medaglie vinte. Fin dagli esordi Derek Redmond mostra la stoffa del campione: ha resistenza alla velocità, una falcata potente ed elegante, un rush finale travolgente. Nelle categorie juniores vince tutto, a 19 anni sorprende il mondo ottenendo il record britannico assoluto nei 400 metri. Nel 1987 vince l'argento mondiale, alle Olimpiadi di Seul è la grande speranza europea contro lo strapotere americano. Gli ultimi test hanno confermato che è al top della condizione, qualche commentatore azzarda il suo nome come favorito. Arriva in Corea e rimane ammaliato dall'atmosfera olimpica, non vede l'ora di scendere in pista. Manca un quarto d'ora alla sua batteria di qualificazione, Derek sta ultimando il riscaldamento quando la sua caviglia cede improvvisamente. Il sogno olimpico è finito prima di cominciare, la diagnosi medica è impietosa: lesione scomposta del tendine d'Achille sinistro. Scopre il dolore, convive con la paura di non tornare più quello di prima ma trova la forza di reagire. Fa fisioterapia, passa da una sala operatoria all'altra per accelerare il recupero, ascolta scrupolosamente i consigli del padre-allenatore. Quando i medici gli danno il nulla osta per tornare ad allenarsi, si sente rinato. La risposta della pista è confortante. Non avverte dolore alla gamba, il talento non può essere stato offuscato da un infortunio. Vince i giochi del Commonwealth e nel '91 trascina la Gran Bretagna all'oro mondiale nella staffetta 4x400 con una seconda frazione straordinaria. Ha le risposte che cercava, pensa che sia giunto il momento di prendersi la rivincita con il destino.