1. IL MIO BEACH VOLLEY:
LA MIA SCUOLA DI VITA
SUPERARE I LIMITI
Se hai un punto debole sarà proprio li che il tuo avversario cercherà di vincerti e tu sei obbligato ad affrontare i tuoi limiti e superarli se vuoi competere ad alto livello...e questa è l'opportunità più importante che ti da lo sport.
Nella vita di tutti giorni compiamo la maggior parte delle scelte in modo da rimanere nella nostra zona di comfort, dove ci sentiamo a nostro agio,è una tendenza naturale non cercare le
difficoltà...a volte capitano e li allora siamo costretti ha trovare nuove risorse, ma nello sport è diverso, sei continuamente Fuori dalla tua Zona di Comfort ed è lì, in quella zona di difficoltà che devi trovare la forza di combattere.
CREDERE IN SE STESSI
Credere in se stessi deve venire prima del Risultato.
Non puoi aspettare un risultato positivo per credere in te
stesso, una Mentalità Vincente funziona esattamente al
contrario e cioè che è proprio grazie alla credenza nelle mie
capacità che posso ottenere i risultati a cui aspiro
COS'E' LA VITTORIA
Ora so che si può uscire dal campo Vincenti anche se il
risultato dice che hai perso la partita...perchè se hai dato tutto quello
che avevi può anche non essere bastato ma esci da Vincente
perchè hai combattuto con tutto te stesso.
L'ho sperimentato nelle partite decisive che ho giocato l'anno
scorso e valevano la qualifica olimpica: ho combattuto con
tutta me stessa e ne sono fiera nonostante non abbia ottenuto
quello che volevo.Non importa chi hai di fronte, il primo avversario che devi
scorso e valevano la qualifica olimpica: ho combattuto con
tutta me stessa e ne sono fiera nonostante non abbia ottenuto
quello che volevo.Non importa chi hai di fronte, il primo avversario che devi
battere sei tu, sono le tue debolezze, quella parte di te che
non ti aiuta ad ottenere quello che vuoi.
Una volta vinto questo, anche un risultato negativo non farà
mai di un'Atleta un perdente.
Una volta vinto questo, anche un risultato negativo non farà
mai di un'Atleta un perdente.
FORTUNA
Tutto in questa frase: "La fortuna non esiste,esiste solo il
Una cosa davvero importante nel mio sport è che ci sono talmente tante variabili che ho imparato a farmi trovare sempre
pronta per cogliere ogni occasione che mi si presenta.
Non so cosa e quando arriverà e posso solo farmi trovare attiva e cogliere il momento!
pronta per cogliere ogni occasione che mi si presenta.
Non so cosa e quando arriverà e posso solo farmi trovare attiva e cogliere il momento!
A volte sembra tutto perduto e in un attimo la situazione si rovescia e se ti sei preoccupato troppo hai perso energie e la possibilità ti trova scarico, senza forza.
DARE DI PIU'
La responsabilità del risultato è solo tua anche se fai
un gioco in coppia...non si da il 50% a testa ma è un 100%
moltiplicato per due e se si perde, tu potevi sempre
fare qualcosa in più
RESPONSABILITA'
Nessuno può influire sulla tua prestazione e non
bisogna dare agli altri la responsabilità delle nostre sconfitte,
è un atteggiamento perdente.
Gli errori sono tuoi nessuno può avere la responsabilità
della tua cattiva prestazione e nascondersi dietro alle scuse
è pericoloso, ti prepari anche a vivere una vita mediocre
Gli errori sono tuoi nessuno può avere la responsabilità
della tua cattiva prestazione e nascondersi dietro alle scuse
è pericoloso, ti prepari anche a vivere una vita mediocre
INCERTEZZA
Rinunciare alla ricerca delle certezze perchè, come
nella vita, viviamo nell'illusione di costruirci sicurezze ma che
in realtà sono fittizie.
Rincorrendole nascono frustrazioni,ansie
che ti scollegano dal presente che è l'unico tempo che esiste
con tutta la sua imprevidibilità.
Gli ostacoli che ho incontrato sul mio cammino mi hanno
permesso di diventare ogni volta più grande per superarli.
nella vita, viviamo nell'illusione di costruirci sicurezze ma che
in realtà sono fittizie.
Rincorrendole nascono frustrazioni,ansie
che ti scollegano dal presente che è l'unico tempo che esiste
con tutta la sua imprevidibilità.
Gli ostacoli che ho incontrato sul mio cammino mi hanno
permesso di diventare ogni volta più grande per superarli.
Tanto più sai convivere con una buona dose di incertezza e tanto
più sarai felice
più sarai felice
ERRORI
Quando fai un errore devi metterlo da parte perchè
rimanere con la mente lì, vuol dire disconnettersi dal
presente e continuare a sbagliare...il passato va
abbandonato subito, non esiste più lo tieni vivo tu
nella misura in cui condiziona il presente, la tua azione successiva.
nella misura in cui condiziona il presente, la tua azione successiva.
COPPIA
Le coppie sono coalizzate e durano nel tempo solo quando l'obiettivo
in comune è molto forte...da qui e solo da qui si crea una base solida e
indistruttibile, a prescindere dalle differenze e dalle caratteristiche
in comune è molto forte...da qui e solo da qui si crea una base solida e
indistruttibile, a prescindere dalle differenze e dalle caratteristiche
personali. Su queste fondamenta si costruisce una squadra unita che sa
lottare per raggiungere un obiettivo.
FOCUS
Non puoi concentrarti su te stesso o sul compagno se no
non ti accorgi di quello che succede. Devi essere attento ad
ogni minimo segnale dell'avversario a percepire cosa vuole
fare, su chi sviluppare il gioco, quali sono i punti deboli...Devi
osservare, percepire e ragionare velocemente. Eliminare
ogni pensiero inutile alla vittoria perchè non hai tempo e a
volte sono proprio i pensieri sbagliati a farti perdere il focus
e condurti alla sconfitta.
DETERMINAZIONE
La determinazione e la voglia di vincere sono necessità che nascono da dentro, si genera un fuoco all'altezza dello stomaco che ti fa digrignare i denti e andare oltre alla fatica e alla difficoltà...ti senti un leone nella giungla che sta lottando insieme ad un suo simile per la loro sopravvivenza...e lì non esistono buone maniere, esiste solo la necessità di vincere la battaglia.
COSTANZA
Anche quando stai vincendo molto bene non puoi abbassare la guardia, l'andamento di una partita può cambiare in un attimo e se stai vincendo tu devi spingere ancora più forte e non dare modo ad un avversario disorientato di avere tempo di ritrovare il suo ritmo, il suo gioco.
SOLIDARIETA'
La solidarietà in campo viene tradotta in fatti,
in aiuto pratico, sono i fatti che valgono, non le
parole.Risolvere un'azione difficile se il tuo compagno ha
sbagliato o spingere di più tu se è in difficoltà, cercare di
alzare il meglio possibile per metterlo nelle condizioni
migliori, tirare forte la battuta.
Questa è la solidarietà in campo
Questa è la solidarietà in campo
PENSIERO
Quando si affaccia un pensiero negativo devi
soffocarlo immediatamente e ritrovare l'equilibrio, se no
basterà da solo a metterti in difficoltà prima ancora
dell'avversario
"Una gara si disputa per lo più su un campo lungo
una spanna; lo spazio compreso tra le tue orecchie"
"Una gara si disputa per lo più su un campo lungo
una spanna; lo spazio compreso tra le tue orecchie"
ESPERIENZA
L'esperienza è quello che ottieni quando non ottieni quello
che vuoi.
Imparare dalle sconfitte crea la futura vittoria...Ci sono
state partite che ho vinto da cui non ho imparato nulla e
partite perse che mi hanno fatta crescere enormemente.
Non esistono fallimenti ma solo risultati.
IL GIOCO
Penso che il gioco testi in diversi modi le nostre competenze,il nostro cuore, le nostre abilità di riprendersi dopo una difficoltà. Questa è la bellezza dello sport e della competizione
OBIETTIVI
Il motore che spinge un uomo a combattere per ottenere qualcosa
è sempre stata la motivazione.
è sempre stata la motivazione.
Il motivo che ti spinge verso un obiettivo può essere di qualunque tipo,
può essere giusto,sbagliato,onorevole o meno l'importante è che
sia forte, che venga da dentro e se è così, genera una potente energia
che ti spinge oltre ogni difficoltà verso la metà che vuoi raggiungere.
può essere giusto,sbagliato,onorevole o meno l'importante è che
sia forte, che venga da dentro e se è così, genera una potente energia
che ti spinge oltre ogni difficoltà verso la metà che vuoi raggiungere.
"Chi vuole veramente qualcosa trova una strada, gli altri una scusa"
Cadere e rialzarsi...è meglio farlo più in fretta possibile :-)
Come nasce un sogno?
Il mio ha iniziato a generare il suo destino quando ho scoperto la pallavolo guardando "Mila e Shiro", passando poi dagli episodi della lotta contro il male dell' "Uomo Tigre" e raggiungendo l'apice guardando la forza della volontà di Sylvester Stallone in "Rocky IV".
All'inizio non aveva la sostanza di un sogno, sentivo solo un emozione crescere dentro di me guardando queste storie di sacrificio, combattività, voglia di sfondare e vittorie, mi generavano delle emozioni nella pancia così forti...immaginavo e immaginavo, mi stendevo a terra sul pavimento spingendomi con i piedi dal muro attaccando peluche in cucina mentre mia mamma cucinava...
Passavano mille filmini mentali dove io mi allenavo duro, giocavo partite, ero in nazionale, vincevo medaglie...
Tutta questa fantasia accompagnata dall'emozione che mi generava mi hanno letteralmente condotta nella realtà proprio verso quello che volevo.
Ho incontrato le persone giuste al momento giusto e le occasioni giuste al momento giusto.
Ho iniziato a giocare a pallavolo a 13 anni, a 16 ho incontratò Pedullà e trovato una strana alchimia in una piccola realtà, Omegna, in cui sono cresciute delle grandi campionesse; Leo Lo Bianco, Paola Cardullo, Natalia Viganò, Chiara Negrini e tutte le altre giocatrici che sono diventate delle ottime persone e professioniste in campi diversi.
Quella è stata la mia occasione...allenamenti infiniti e partivo più indietro delle altre...pianti, tanta fatica ma il fuoco sempre acceso.
In tre anni abbiamo vinto due Scudetti di Under 18 che resteranno sempre le mie vittorie più emozionanti e...è arrivata anche la convocazione in Nazionale Juniores, quell'opportunità che rispecchiava esattamente il mio sogno...
Lì ho trovato Bosetti e gli allenamenti erano ancora più duri, enorme fatica, psicologicamente eravamo portate al limite della sopportazione ma il fuoco era acceso e in fondo sapevo che quella pressione mi avrebbe fatta diventare forte.
Qua la storia prende una brutta piega, è succede quello che pensavo essere stato il motivo della perdita del mio sogno: mi sono rotta il ginocchio sinistro dopo 7 estenuanti ore di allenamento. Il muscolo non ha retto una brutta ricaduta dal salto e mi sono lussata la rotula rompendo diverse elementi.
Ero arrabbiata, delusa, triste e ho pensato che per colpa di quell'infortunio avevo perso la mia occasione, il mio treno che ormai era lontano e non vedevo più.
Solo dopo tanti anni ho capito che la mia occasione e il mio treno non li ho persi li, ma li ho persi in seguito a quell'incidente perchè ho deciso di rinunciare al mio sogno.
Avevo 19 anni quando mi sono ristabilita completamente dall'infortunio e tutto il tempo del mondo per trovare altre occasioni per sfondare.
Invece è accaduto che le mie compagne erano andate via in squadre di serie A, Pedullà aveva cambiato società ed io ho rinunciato.
Per tre anni non ho voluto vedere un pallone nemmeno di sfuggita, sempre arrabbiata, delusa ho spostato l'attenzione verso altre cose ma niente compensava quel vuoto.
Qui si chiude la parentesi grigia :-) perchè dopo questi tre anni il fuoco che era assopito si è risvegliato, da solo, mi ha spintonata, scrollata e svegliata dal torpore e ancora una volta grazie a Pedullà sono tornata a giocare in A2 per fare il terzo centrale a Brescia.
Ho conquistato il mio posto in squadra, Abbondanza ha creduto in me e abbiamo giocato i play off di A2 per salire un pò titolare e un pò in panchina ma con grande grinta e buone prestazioni.
Da lì altri tre anni in A2, una buona meta ma il tempo perso si è fatto sentire e un centrale di 1,78 a quei tempi non poteva trovare spazio in A1, il livello era molto alto, ma volevo di più.
E qui che ho conosciuto il Beach Volley e il sogno è diventato partecipare alle Olimpiadi...altrochè fuoco, con quell'obiettivo avevo un incendio dentro di me e non ho avuto nessun dubbio nel mollare tutto e continuare il mio percorso sulla sabbia, nonostante mi rendessi conto che avrei dovuto mettermi in discussione moltissimo e imparare veramente tantissime cose.
Non ricevevo indoor, avrei dovuto impararlo.
Non attaccavo palle alte, solo veloci al centro, avrei dovuto imparare a farlo.
Insomma la base tecnica non era delle migliori per passare al beach volley ma...incontrai Pedullà dopo il mio primo torneo del World Tour a Modena e mi disse con la schiettezza che lo ha sempre distinto: " Non hai proprio le caratteristiche tecniche che servirebbero per giocare a Beach Volley, ma so che con la tua determinazione e forza di volontà potrai farcela anche qui".
Manderò sicuramente a Luciano quello che sto scrivendo perchè è stato fondamentale in diversi momenti della mia carriera sportiva e gliene sarò riconoscente per sempre.
Non mi ha mai illuso che le cose si ottenessero facilmente, ma mi ha mostrato che con il lavoro duro si arriva lo stesso.
Ed eccoci al presente, ora sta iniziando il mio settimo anno da beacher professionista per metà del tempo facendo parte della Nazionale e per l'altra metà del tempo privatamente, come libera professionista...il motore sempre lo stesso, l'ambizione, la magia dei sogni.
Tra un mesetto ricomincia il World Tour, il circuito Mondiale con tappe sparse in tutto il mondo e sono carica e motivata più che mai...Amo tantissimo questo sport e tutte le possibilità che mi da per crescere come persona, sono entusiasta di cominciare una nuova Avventura!!
2. COME NASCONO I SOGNI?
LA MIA STORIA
Cadere e rialzarsi...è meglio farlo più in fretta possibile :-)
Come nasce un sogno?
Il mio ha iniziato a generare il suo destino quando ho scoperto la pallavolo guardando "Mila e Shiro", passando poi dagli episodi della lotta contro il male dell' "Uomo Tigre" e raggiungendo l'apice guardando la forza della volontà di Sylvester Stallone in "Rocky IV".
All'inizio non aveva la sostanza di un sogno, sentivo solo un emozione crescere dentro di me guardando queste storie di sacrificio, combattività, voglia di sfondare e vittorie, mi generavano delle emozioni nella pancia così forti...immaginavo e immaginavo, mi stendevo a terra sul pavimento spingendomi con i piedi dal muro attaccando peluche in cucina mentre mia mamma cucinava...
Passavano mille filmini mentali dove io mi allenavo duro, giocavo partite, ero in nazionale, vincevo medaglie...
Tutta questa fantasia accompagnata dall'emozione che mi generava mi hanno letteralmente condotta nella realtà proprio verso quello che volevo.
Ho incontrato le persone giuste al momento giusto e le occasioni giuste al momento giusto.
Ho iniziato a giocare a pallavolo a 13 anni, a 16 ho incontratò Pedullà e trovato una strana alchimia in una piccola realtà, Omegna, in cui sono cresciute delle grandi campionesse; Leo Lo Bianco, Paola Cardullo, Natalia Viganò, Chiara Negrini e tutte le altre giocatrici che sono diventate delle ottime persone e professioniste in campi diversi.
Quella è stata la mia occasione...allenamenti infiniti e partivo più indietro delle altre...pianti, tanta fatica ma il fuoco sempre acceso.
In tre anni abbiamo vinto due Scudetti di Under 18 che resteranno sempre le mie vittorie più emozionanti e...è arrivata anche la convocazione in Nazionale Juniores, quell'opportunità che rispecchiava esattamente il mio sogno...
Lì ho trovato Bosetti e gli allenamenti erano ancora più duri, enorme fatica, psicologicamente eravamo portate al limite della sopportazione ma il fuoco era acceso e in fondo sapevo che quella pressione mi avrebbe fatta diventare forte.
Qua la storia prende una brutta piega, è succede quello che pensavo essere stato il motivo della perdita del mio sogno: mi sono rotta il ginocchio sinistro dopo 7 estenuanti ore di allenamento. Il muscolo non ha retto una brutta ricaduta dal salto e mi sono lussata la rotula rompendo diverse elementi.
Ero arrabbiata, delusa, triste e ho pensato che per colpa di quell'infortunio avevo perso la mia occasione, il mio treno che ormai era lontano e non vedevo più.
Solo dopo tanti anni ho capito che la mia occasione e il mio treno non li ho persi li, ma li ho persi in seguito a quell'incidente perchè ho deciso di rinunciare al mio sogno.
Avevo 19 anni quando mi sono ristabilita completamente dall'infortunio e tutto il tempo del mondo per trovare altre occasioni per sfondare.
Invece è accaduto che le mie compagne erano andate via in squadre di serie A, Pedullà aveva cambiato società ed io ho rinunciato.
Per tre anni non ho voluto vedere un pallone nemmeno di sfuggita, sempre arrabbiata, delusa ho spostato l'attenzione verso altre cose ma niente compensava quel vuoto.
Qui si chiude la parentesi grigia :-) perchè dopo questi tre anni il fuoco che era assopito si è risvegliato, da solo, mi ha spintonata, scrollata e svegliata dal torpore e ancora una volta grazie a Pedullà sono tornata a giocare in A2 per fare il terzo centrale a Brescia.
Ho conquistato il mio posto in squadra, Abbondanza ha creduto in me e abbiamo giocato i play off di A2 per salire un pò titolare e un pò in panchina ma con grande grinta e buone prestazioni.
Da lì altri tre anni in A2, una buona meta ma il tempo perso si è fatto sentire e un centrale di 1,78 a quei tempi non poteva trovare spazio in A1, il livello era molto alto, ma volevo di più.
E qui che ho conosciuto il Beach Volley e il sogno è diventato partecipare alle Olimpiadi...altrochè fuoco, con quell'obiettivo avevo un incendio dentro di me e non ho avuto nessun dubbio nel mollare tutto e continuare il mio percorso sulla sabbia, nonostante mi rendessi conto che avrei dovuto mettermi in discussione moltissimo e imparare veramente tantissime cose.
Non ricevevo indoor, avrei dovuto impararlo.
Non attaccavo palle alte, solo veloci al centro, avrei dovuto imparare a farlo.
Insomma la base tecnica non era delle migliori per passare al beach volley ma...incontrai Pedullà dopo il mio primo torneo del World Tour a Modena e mi disse con la schiettezza che lo ha sempre distinto: " Non hai proprio le caratteristiche tecniche che servirebbero per giocare a Beach Volley, ma so che con la tua determinazione e forza di volontà potrai farcela anche qui".
Manderò sicuramente a Luciano quello che sto scrivendo perchè è stato fondamentale in diversi momenti della mia carriera sportiva e gliene sarò riconoscente per sempre.
Non mi ha mai illuso che le cose si ottenessero facilmente, ma mi ha mostrato che con il lavoro duro si arriva lo stesso.
Ed eccoci al presente, ora sta iniziando il mio settimo anno da beacher professionista per metà del tempo facendo parte della Nazionale e per l'altra metà del tempo privatamente, come libera professionista...il motore sempre lo stesso, l'ambizione, la magia dei sogni.
Tra un mesetto ricomincia il World Tour, il circuito Mondiale con tappe sparse in tutto il mondo e sono carica e motivata più che mai...Amo tantissimo questo sport e tutte le possibilità che mi da per crescere come persona, sono entusiasta di cominciare una nuova Avventura!!
Omegna 1997; Piccola realtà con grandi storie (Video interviste)
3. PERCORSI:
UNENDO I PUNTINI DELLA MIA VITA
Il giorno della laurea è uno di quelli che entra di diritto nella Top Ten dei migliori ricordi di una vita.
Questa foto rappresenta il mio percorso scolastico dall'asilo, con una visibile preferenza di rimanere a casa, alla Laurea.
Come dice Steve Jobs non si possono unire i puntini guardando avanti ma solo guardando indietro ed ora cercando di unirli vedo chiaramente che i miei desideri di bambina oltre esser stati molto chiari hanno delineato un percorso preciso, non lineare, ma direzionato.
Sono sempre stata affascinata dall'organo più complesso e in parte misterioso che tutti noi possediamo, il nostro cervello, e dal modo così diverso in cui ognuno di noi vede la realtà e se stesso; la risposta alla domanda "Cosa vuoi fare da grande" è sempre stata chiara; La psicologa!
L'amore per lo Sport è nato grazie ai cartoni animati che hanno appassionato tutte le pallavoliste della mia generazione, "Mila e Shiro", "Mimì" ma anche gli altri cartoni animati in cui i personaggi sognavano di diventare grandi atleti e raggiungevano in mezzo a mille difficoltà le loro mete.
Motore e spinta, è sempre stato riuscire a far parte della squadra Nazionale rappresentando il mio Paese, e ora mi guardo indietro e dico sì, ci sono riuscita, entrando a far parte della Nazionale Italiana Juniores di Pallavolo prima e nella Nazionale italiana di Beach Volley più tardi, due sport differenti ma uniti nell'Essenza...Sogni che prendono forma e consistenza.
La mia prima esperienza universitaria è stata con la Facoltà di Economia e Commercio, per seguire le orme di mio padre, ma a 19 anni quella strada non faceva per me e ho intrapreso full time solo la carriera sportiva.
La mia prima passione per la Mente umana e il suo potenziale è stata quindi accantonata per lunghi anni a livello scolastico, ma questo non mi ha impedito di leggere centinaia di libri a 360° sull'argomento e imparato molte cose, semplicemente grazie alla curiosità.
Ho scelto di iscrivermi a Scienze Psicologiche solo nel 2009, mentre facevo l'atleta professionista di Beach Volley rendendomi conto che anche se facciamo resistenza la vita ci spinge lungo la strada che siamo destinati a prendere e se ci opponiamo la strada non cambierà comunque, ci metteremo solo più tempo a percorrerla.
Aver conseguito la laurea in questi anni di sport ad alto livello non è stato difficile, studiavo con grande piacere quindi non mi pesava affatto e anzi mi ha aiutato molto compensare la parte sportiva con quella universitaria tenendo così i piedi in due mondi, questo è stato positivo perchè il mondo dello sport è totalizzante e va compensato se no si perde il senso della misura.
Questo percorso mi ha portata il 28 novembre a discutere la mia tesi " La psicologia nello Sport: il modello S.f.e.r.a. applicato al Beach Volley" e l'argomento è stato il top, ho avuoto modo di chiaccherare con Giuseppe Vercelli (fautore del Modello) e Michele Martini (grande professionista del campo) a cui ho chiesto feedback nella stesura della tesi e che ho successivamente intervistato per arricchire il mio trattato.
Il Modello S.f.e.r.a. è uno strumento potente perchè si costruisce sull'assunto che ognuno di noi ha la propria rappresentazione mentale della realtà che quindi non risulta essere oggettiva ma soggettiva; ci sarebbe molto da dire su questo affascinante argomento, ma ne avrò modo perché questo lavoro farà parte di un progetto più grande che sta prendendo pian piano forma.
Tornando alla mia Laurea, è' stata un'esperienza meravigliosa, condivisa con Amici speciali e conclusa con una cena bellissima che ha suggellato perfettamente la giornata; Marta, Viky e Laura hanno voluto essere presenti alla discussione della mia tesi e mi ha fatto un piacere immenso.
L'ambiente di cui facciamo parte è molto competitivo e selettivo e ci vede spesso avversarie, per questo dico che la nostra Amicizia è come un Fiore che è cresciuto sull'asfalto e sul cemento, stringere rapporti veri e profondi in questo contesto, aldilà di quello con la persona con cui giochi, è una grande conquista; anche per questo motivo ho voluto fargli una sorpresa, inserendo le loro foto nella mia tesi e nella presentazione power point con cui l'ho discussa; nel video al minuto 2:30 si possono vedere, anche se da lontano, le reazione che le ragazze hanno avuto vedendosi sugli schermi di proiezione davanti a me...è stato molto divertente immaginarle mentre parlavo e riederle in video.
Finito quindi il mio percorso in Scienze Psicologiche, il lunedì seguente ho subito avviato le procedure per iscrivermi alla specialistica in Psicologia Clinica, non voglio più perdere un secondo nel cammino che mi aspetta in questa direzione.
Diventerò Psicologa e mi specializzerò nello Sport o nella Psicosomatica, devo ancora scegliere il campo preciso in cui lavorerò, inoltre vorrei specializzarmi in Ipnosi che ritengo un metodo molto potente per generare quei cambiamenti che desideriamo ottenere per avere una vita migliore...Voglio fare tante cose.
La strada della Psicologia dello Sport mi attira molto anche perché mi rendo conto che l'esperienza sportiva che ho avuto è un notevole valore aggiunto per un professionista di Psicologia dello Sport, è quell'esperienza sul campo che può aiutarti a comprendere meglio gli atleti e ad aiutarli nella loro crescita nel migliore dei modi.
D'altra parte il percorso in Psicosomatica mi affascinata enormemente; l'essere umano è un'inscindibile unità psicofisica, quindi è innegabile che ci siano molte interconnessioni fra disturbi e le possibile cause di origine psichica, ovviamente con il giusto peso.
D'altronde il Pensiero non è altro che una cascata di reazioni biochimiche, correnti elettriche e meccaniche che partono dal cervello e scaricano sul corpo, quindi il Pensiero è Materia e condiziona pesantemente la biochimica del corpo umano: questo non vuol dire che se faccio pensieri postivi sarò in salute e mi capiteranno solo cose belle, è una credenza molto riduttiva, quello che significa davvero è che il pensiero produce effetti sul corpo in quanto funziona come la torre di controllo di un aeroporto, quindi ad esempio, se la torre di controllo si allarma e lo comunica ai capi reparto delle varie aree si produrrà sicuramente un clima di agitazione generale con le relative modificazioni biochimiche.
Partendo da questo presupposto, diventa importante capire come e in che modo il pensiero agisce sul mantenimento del corpo e come riuscire ad usarlo per migliorare o guarire da eventuali malattie derivanti da cause organiche.
Potrei scrivere e parlare per ore di questo ma per ora basta così.
Nel futuro breve c'è la possibilità che io faccia da testimonial per un Master in Psicologia dello Sport e altri progetti molto interessanti di cui preferisco non anticipare nulla...tutto questo mi entusiasma fortemente e mi permette di accedere ad energie inesauribili.
Il percorso continua, sempre con grande Entusiasmo, con nuovi puntini da unire...
Il video della mia Laurea lo potete trovare qui:
Il video della mia Laurea lo potete trovare qui:
Sempre interessante.
RispondiEliminaP.s. Scrivi più spesso
:)